Obesità il trend decresce ma l’allerta resta alta

Obesità il trend decresce ma l’allerta resta alta

Sovrappeso e obesità nei bambini sono problemi di sanità pubblica e rilevanza sociale a livello mondiale. A partire dal 2007, il Ministero della Salute ha promosso e finanziato lo sviluppo del sistema di sorveglianza Okkio alla Salute, coordinato dal Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) e condotto in collaborazione con le Regioni e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per comprendere la dimensione dell’obesità infantile e i comportamenti associati. Per offrire un primo quadro dell’evoluzione del problema nel nostro paese, abbiamo confrontato i dati diffusi quest’anno con quelli del 2008 e del 2012, scoprendo che il fenomeno è in lieve ma costante regresso, per quanto rimanga tuttora preoccupante e diffuso, con percentuali più alte nelle regioni del centro e sud Italia.

Si tratta sicuramente di dati confortanti, che oltretutto fanno ben sperare per il futuro. Tuttavia, pare non siano sufficienti a far avanzare l’Italia nella classifica europea dei peggiori paesi per obesità infantile, come denuncia la Childhood Obesity Surveillance Initiative (Cosi) della Regione europea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms).

«L’obesità è diventata uno dei maggiori problemi di sanità pubblica in Italia – si legge sul sito del Ministero della Salute, nelle parole di Walter Ricciardi, presidente dell’Iss – La diminuzione del tasso di obesità nei bambini è un segno che le politiche sanitarie messe in atto cominciano a dare i primi risultati Tuttavia resta molto da fare, soprattutto nella promozione della consapevolezza sui corretti stili di vita. I genitori devono fare la loro parte: infatti, questi dati ci dicono che circa il 40% delle madri di bambini in sovrappeso o obesi ritiene che il peso del proprio figlio sia nella norma». Le ultime rilevazioni diffuse da Okkio alla Salute sono state effettuate nel 2016 su un campione di 48946 bambini di 8-9 anni (e su 48464 genitori). Bambini già ‘grandi’, dunque, ma attenzione: numerosi studi hanno dimostrato che, tendenzialmente, l’obesità mette radici già durante la primissima infanzia, in particolare nei primi due anni di vita: è infatti proprio in questo periodo che la prevenzione si fa più importante, passando attraverso l’adozione di comportamenti alimentari e stili di vita corretti.

CAUSE E CONSEGUENZE

Sovrappeso e obesità sono il risultato dell’interazione di diverse cause: scorretta o eccessiva alimentazione, ridotta attività fisica, ma anche fattori genetici e familiari. Solo in rari casi si osservano obesità legate ad alterazioni ormonali. Quanto alle conseguenze sul lungo periodo, sovrappeso e obesità possono favorire l’insorgenza di malattie cronico-degenerative derivanti da complicanze organiche (ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia, ipertensione arteriosa, steatosi/steatoepatite.

CONSIGLI ANTI-OBESITÀ

Allattamento al seno. Nutrire il bebè esclusivamente al seno almeno per i primi 6 mesi di vita (meglio ancora i primi 12) allontana il rischio di un eccessivo accumulo ponderale negli anni a venire. Inoltre, le sostanze contenute nel latte materno proteggono il piccolo dal pericolo di contrarre diabete e altre malattie.

Svezzamento. Le linee guida del Ministero della Salute raccomandano di iniziare lo svezzamento non prima dei 6 mesi. Svezzare troppo presto (ma anche troppo tardi) può incrementare il rischio di sviluppare in futuro problemi alimentari.

Proteine nelle prime pappe. È bene limitare l’introduzione delle proteine nella dieta del bambino: il latte formulato dovrà essere a basso apporto proteico, il latte vaccino non andrà offerto prima dei 12 mesi e, nelle prime pappe, si aggiungeranno solo un cucchiaio di parmigiano e non più di 30 grammi di prosciutto cotto o carne al giorno.

Porzioni. Per un bambino goloso, piatti eccessivamente abbondanti sono una tentazione: regolate le dosi in base al suo fabbisogno nutrizionale, senza esagerare. In generale, i genitori tendono a preoccuparsi molto quando il figlio non mangia a sufficienza, mentre i problemi di iperalimentazione spesso vengono sottovalutati o diagnosticati tardivamente, allorché lo stato di sovrappeso o di obesità è ormai conclamato.

Bibite e succhi zuccherati. Evitarne il più possibile il consumo, circoscrivendolo magari ai momenti in cui si è fuori casa, cosicché non si tratti di un’abitudine ma di un’eccezione.

Passeggino. Salvo rari casi, dopo i 3 anni è bene abituare il bambino a camminare: basta una breve passeggiata al giorno per offrire un contributo fondamentale alla sua salute presente e futura.

Tv e computer. Prima dei 2 anni, i bambini non dovrebbero passare il tempo davanti a uno schermo. Ovviamente, un cartone animato ogni tanto non fa male, ma la loro attività primaria dovrebbe sempre restare il gioco vero e proprio. Anche in seguito, l’accesso a ogni genere di dispositivo andrebbe limitata, fino a un massimo di 8 ore totali alla settimana.

Sport e giochi di movimento. I bambini andrebbero indirizzati verso lo sport fin dai primi anni di vita, attraverso attività dinamiche che li divertano e coinvolgano.

LA DIAGNOSI

Esistono diversi strumenti per effettuare la diagnosi di sovrappeso e obesità nel bambino; l’importante è provvedere prima dei 6 anni, ovvero quando c’è ancora tutto il tempo per cambiare rotta.

Curva di crescita o percentile. È un grafico (diverso per maschi e per femmine) su cui vengono riportati peso, altezza ed età del bambino. In base ai dati si possono diagnosticare il sottopeso, il normopeso, il sovrappeso e l’obesità. Il percentile deve essere compilato e interpretato dal pediatra secondo i parametri ritenuti validi dalla comunità scientifica.

Indice di massa corporea (Imc). Dividendo il peso corporeo per l’altezza elevata al quadrato si ottiene un valore correlato alla massa grassa del soggetto: quanto più è elevato, tanto maggiori sono i depositi lipidici. Detto anche Bmi (Body mass index), l’International Obesity Task Force adotta questa metodica ritenendola la migliore.

Rapporto circonferenza vita/altezza. Indica la presenza di grasso a livello addominale e rappresenta un ulteriore strumento di valutazione di rischio cardiometabolico. Nei bambini, tale valore non dovrebbe superare il limite di 0,5.

Di Duccio Scarpelli | Articolo tratto da "Nascere Mamma" ed. Inverno