Mi sento di rispondere con un’affermazione un po’ forte: sempre, se ha dei dubbi sulle competenze comunicative o verbali del suo bambino. Vorrei però tranquillizzare madri e padri sull’incontro con il logopedista, che cercherà di interagire con il bambino in forma ludica e di metterlo a proprio agio. È utile sapere che gli studi riportano che un bambino tra i 20 e i 24 mesi fa esperienza di un’‘esplosione del linguaggio’, passando da 50 a 300 parole, mentre dai 30 ai 36 mesi assistiamo alle prime combinazioni di parole, che diventeranno frasi sempre più simili a quelle degli adulti; tra i 36 e i 42 mesi conosce e usa sino a mille parole.
Il logopedista si occupa inoltre di problemi di voce (attenzione ai bambini che urlano sempre e ne rimangono senza), di deglutizione atipica (in casi di malocclusioni dentali, in seguito all’uso prolungato di ciuccio e biberon o a suzione del dito), di balbuzie (archiviamo il pensiero ‘tanto passa, se balbetterà ancora a sei anni ci penseremo’) e, non ultimo, di difficoltà di apprendimento (Dsa – disturbi specifici di apprendimento) e deficit attentivi. Va comunque ricordato che lo sviluppo linguistico varia da bambino a bambino e le diverse tappe di acquisizione non debbono essere considerate rigidamente; il consiglio è quindi di consultare sempre uno specialista, in grado di suggerire il percorso migliore da intraprendere.
A cura di Barbara Orlandi
Logopedista e pedagogista relazionale del linguaggio
Per approfondimenti:Fli – Federazione Logopedisti Italiani