Culliamo i nostri bambini

Culliamo i nostri bambini
È sempre interessante quando la scienza si accorge di alcune pratiche ritenute universalmente valide e decide di indagarle con studi e ricerche specifici. È successo anche di recente, con la consuetudine di cullare i bebè: un gruppo di scienziati svizzeri ha voluto esaminarla per stabilire se esistano evidenze scientifiche che il dondolio tra le braccia di mamma o papà abbia un reale effetto benefico sul bambino, tanto da calmarlo e farlo addormentare più in fretta. Lo studio, pubblicato sulla rivista Current Biology, si è svolto in un laboratorio del sonno in cui è stato ospitato un gruppo di volontari per due notti: la prima, hanno dormito su letti basculanti; la seconda, su letti fermi. Nel primo caso i tester si sono addormentati prima e la fase di sonno profondo, quella più rigenerante, è stata più lunga; inoltre, sottoposti la mattina seguente a un test della memoria, hanno totalizzato punteggi superiori dopo essere stati cullati nel letto basculante. Il potenziamento della memoria è infatti coerente con la maggior durata del sonno profondo, ovvero proprio la fase in cui si fissano i ricordi. Sebbene lo studio sia stato compiuto su un gruppo di adulti, ai ricercatori è stato subito chiaro come anche i bambini – i bambini innanzitutto – abbiano bisogno di essere cullati per assicurarsi un sonno di qualità, fondamentale, tra l’altro, per un corretto sviluppo cognitivo. E se per i piccoli allattati al seno è la prassi addormentarsi tra le braccia della mamma – con il suo calore, l’odore, il suono del suo cuore quali strumenti di conforto e viatico per una nanna lunga e serena – anche quando crescono (compatibilmente con il peso che aumenta) questa pratica continua ad avere solo risvolti positivi. E lo studio sopracitato lo conferma. Secondo questa scuola di pensiero, dunque, i genitori non devono temere di viziare i figli: al contrario, tenerli in braccio e cullarli sono abitudini sane, capaci di rassicurarli, di lenire eventuali disagi, di favorire il sonno e prolungarlo, di potenziare la memoria e consolidare i ricordi.

Sviluppo cognitivo

Diversi studi recenti hanno stabilito una correlazione positiva anche tra cure materne e volume dell’ippocampo, struttura cerebrale coinvolta in processi emotivi e cognitivi come apprendimento e memoria. Pare infatti che la sua dimensione possa aumentare di oltre il 10% nei bambini che hanno ricevuto attenzioni materne in dosi notevoli: ciò si traduce in più equilibrio emotivo, maggior plasticità del cervello e memoria più efficiente. Tratto da Nascere Mamma | di Mattia Lerner