Cos'è la febbre?

Cos'è la febbre?
A tu per tu con l'omeopata. Il bambino febbricitante, ancor peggio delirante, getta quasi sempre la famiglia nel panico. La febbre viene talvolta vissuta come malattia in sé, ma ancor più spesso e più correttamente come un disagio provocato da una misteriosa malattia. Preoccupazioni che derivano dal retaggio di un bagaglio culturale molto antico, quando la febbre era vissuta come ‘una malattia che può far morire’. Cosa che peraltro spesse volte, a quei tempi, corrispondeva al vero. Sappiamo oggi che la febbre, nel caso di malattie infettive, può essere interpretata come un riflesso di difesa: l’aumento della temperatura corporea inibisce la moltiplicazione batterica e virale. Ma la reazione febbrile può anche essere legata a malattie infiammatorie croniche, malattie autoimmuni o malattie neoplastiche, a farmaci o cause neurologiche (come il disagio scolastico). L’integrazione dei saperi in medicina ci aiuta da un lato a non intervenire subito contro la febbre, dall’altro a cercare di indagare sulle cause scatenanti e, da ultimo, a intervenire non sopprimendo il sintomo a oltranza. Il buon medico dovrebbe cercare di comprendere quanto sia temibile la malattia che l’ha scatenata. Nel bambino, banalmente, il più delle volte la febbre è causata da malattie infettive di origine virale e le nuove linee guida pediatriche indicano di aspettare almeno tre giorni, in assenza di sintomi evidenti, prima di intervenire con farmaci o con indagini diagnostiche (esami del sangue, delle urine...). L’antifebbrile come il paracetamolo ha il solo scopo di alleviare il malessere del bambino legato all’elevata temperatura, ma non aiuta la guarigione. Molto importante è combattere l’eventuale disidratazione derivata dal sintomo febbrile, somministrando acqua e sali minerali. L’uso di terapie fisiche (bagno tiepido, spugnature, borsa del ghiaccio) può spesso aiutare a controllare la temperatura senza ricorrere a farmaci. C’è poi l’omeopatia, secondo cui, per trovare il giusto rimedio alla febbre, è necessario mettere in relazione la temperatura più o meno elevata con i sintomi individuali del malato (sete o assenza di sete, presenza o meno di sudorazione, prostrazione o agitazione, tremori, brividi, immobilità, fotofobia, irritabilità). La domanda da porsi nello specifico è: qual è la sostanza in grado di provocare nel soggetto sano un quadro simile a quello che presenta il paziente? Ma le sostanze in grado di provocare un quadro febbrile sono più di cento! Che fare, dunque? Una prima soluzione è selezionare soltanto i medicamenti che la pratica clinica ha mostrato essere quelli utilizzati più frequentemente: in questo modo si ottengono 9 rimedi che permettono di coprire la grande maggioranza delle condizioni cliniche febbrili più usuali. Tra questi Bellandonna, Ferrum phosphoricum, Arsenicum album e così via. Per tutti i rimedi, la posologia è di 3/5 granuli, frequentemente ripetuti nel corso della giornata e da prescrivere a una diluizione media (7-9 Ch) o più elevata (15 Ch) se sono evidenti segni e sintomi neurocomportamentali. Tutti i rimedi omeopatici per la febbre vanno somministrati tanto più spesso quanto più intenso è il sintomo. Non sono conosciuti effetti avversi. A cura di Luisella Zanino | Medico pediatra omeopata