Inseparabile ciuccio
Intorno ai due anni, viene il momento di abbandonare il succhiotto: una fase non semplice sia per il piccolo sia per i genitori, che spesso non sanno da dove iniziare. Ecco 9 strategie per dire addio al ciuccio senza troppi traumi.
Avete usato le parole giuste, la dolcezza, il gioco, e avete comunicato a vostro figlio di due anni che presto dovrà abbandonare il ciuccio. Se lui ha pianto, si è dimenato o vi ha fulminati con lo sguardo, sappiate che non siete i soli a cui è accaduto. Alcuni bambini, pochi, non lo chiedono mai, neppure nei primi mesi di vita, mentre sono tantissimi quelli che continuano a usare l’adorato succhiotto ben oltre il primo biennio, ovvero l’età mediamente raccomandata dai pediatri onde evitare disturbi dentali (oltre al fatto che avere il ciuccio sempre in bocca inibisce lo sviluppo della parola e la socializzazione). Fino all’anno, l’istinto della suzione è estremamente forte, il bebè succhia perché è un gesto naturale che lo calma e contribuisce al suo equilibrio. In seguito, questa necessità diminuisce e, soprattutto, si evolve: diventa un bisogno psicologico per porre rimedio a situazioni di ‘sconforto’, come il passaggio dalla veglia. al sonno o i momenti in cui si sente triste o solo. Succede così che il bambino inizia a considerare il ciuccio indispensabile e a intravedere la sua futura assenza come una perdita.
Dire addio al ciuccio in 9 mosse (e strategie)
Prima tappa, limitatene l’uso alla nanna: il piccolo deve abituarsi a riporre il succhiotto in un cassetto quando si sveglia, per riprenderlo solo per la nanna. Una regola che può valere tanto a casa quanto all’asilo e alla scuola materna. 2 Pianificate l’addio in un momento in cui il bambino è tranquillo, ad esempio durante le vacanze, in occasione del suo compleanno, a Natale. 3 Preparatelo al cambiamento: i bambini si abituano meglio alle novità quando sono predisposti all’idea. 4 Usate parole rassicuranti, fategli capire che avete fiducia in lui ed evitate paragoni con gli altri bambini, che potrebbero risultare colpevolizzanti. 5 Leggete con lui un libro illustrato sull’argomento: nel bambino inizierà a profilarsi l’immedesimazione. Un bel titolo è ‘Anna dorme senza ciuccio’ di Kathleen Amant (Clavis, 2015). 6 Fissate una data insieme a lui, e rispettatela: si tratta di un passaggio importante nella vita del bambino e lui ha bisogno di sentire la vostra sicurezza. 7 Stabilito il giorno, inventate un gioco: funziona la storia della fatina, che arriva di notte a prendere il ciuccio perché sa che il bambino ormai è grande. E spesso porta un regalino. La sera prima, legate un bel fiocco al ciuccio e chiedete al bambino di posarlo sul davanzale, perché la fatina lo trovi subito. 8 Oppure, informatelo che, quando il gran giorno arriverà, potrete organizzare una festa: una giornata al parco, una merenda con gli amichetti. Il vostro piccolo avrà fretta di combinare. 9 Infine, provate a responsabilizzarlo: è ora di regalare il ciuccio perché servirà al cuginetto in arrivo, ad esempio. Anche in questo caso, proporre un piccolo ‘baratto’ aiuta: sei stato generoso e, al posto del ciuccio, riceverai un bel regalo. Cosa ti piace?
I primi giorni da ‘grande’
In genere, la fase di passaggio dura solo pochi giorni, anche se non privi di qualche difficoltà. Quando il bambino farà fatica ad addormentarsi senza ciuccio, leggetegli una storia, questo lo calmerà. Quando sarà nervoso durante il giorno, confortatelo dicendogli che il suo sorriso non è mai stato così luminoso, e che bei dentini! A poco a poco riuscirete a rassicurarlo, un nuovo passo nel suo percorso verso l’autonomia.
Metodi da evitare
Alcuni genitori scelgono di togliere il ciuccio improvvisamente, senza offrire particolari spiegazioni: è così, sei grande e da domani si cambia. Magari questo metodo funziona, nella pratica – e può avere un senso se il bambino è ancora molto piccolo, pochi mesi al massimo – ma probabilmente non è la via migliore se vostro figlio ha già due o tre anni. Lo stesso dicasi quando, per risolvere il problema, si sceglie di dare al ciuccio un sapore cattivo, che costringerà il piccolo a rifiutarlo – esistono diversi prodotti in commercio, come quelli per smettere di mangiare le unghie – Il fatto è che un bambino in età prescolare ha bisogno di essere informato, di capire e ottenere risposte, di sentire che avete fiducia in lui per affrontare serenamente i cambiamenti.