Archiviate le preoccupazioni di alcuni anni fa circa l’apprendimento di una seconda lingua nei primi anni di vita, oggi si sa che questo processo di
assimilazione plurilinguistica simultanea non solo non confonde i più piccoli ma ha
effetti positivi, e a tutto campo, sul loro sviluppo cerebrale e cognitivo. Che accada perché mamma e papà parlano idiomi diversi, perché sono inseriti in un contesto multilingue (fatto di tate, amici e parenti stranieri) o, ancora, perché frequentano una scuola dell’infanzia bilingue, per i bambini apprendere una seconda lingua nella prima infanzia è una
grandissima opportunità, foriera di vantaggi che vanno al di là delle mere competenze linguistiche.
PRESUPPOSTI
■ Per i bambini imparare una lingua è un
processo spontaneo, esattamente come iniziare a camminare, ben diverso da qualunque modalità di apprendimento si innescherà negli anni successivi.
■ Il cervello dei bambini è perfettamente in grado di
gestire due o più lingue contemporaneamente fin dalla nascita. 96 Bambini bilingue Non è mai troppo presto
VANTAGGI
■ Più spontanea e approfondita conoscenza dei
meccanismi del linguaggio, derivata dal confronto intuitivo e costante tra due diverse strutture linguistiche.
■ Maggiore
flessibilità mentale e approccio multitasking: passare da un compito all’altro è più facile nei bambini bilingue, già esperti e abili nel transitare di continuo da una lingua a un’altra.
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Vocabolario più ampio e più sviluppata capacità di espressione anche nella lingua madre.
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Lettura precoce: in genere i bambini bilingue imparano a leggere con un anno di anticipo rispetto ai monolingue, essendo agevolati nel capire che a ogni oggetto corrispondono non solo due o più forme verbali (in base alle lingue che conoscono) ma anche due o più specifiche forme scritte. In sostanza, i bilingue comprendono più facilmente che esiste un sistema di
corrispondenza tra lettere e suoni, oltretutto diverso per ciascun idioma.
■ Maggior predisposizione all’
apprendimento di una terza e quarta lingua.
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Accettazione più immediata delle diversità: del fatto, in particolare, che ogni persona può parlare – e quindi pensare e guardare il mondo – in modo differente.
■ Aumentata
capacità artistica.
■ Miglior
rendimento scolastico.
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Memoria e attenzione più spiccate.
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Vantaggi cognitivi nella terza età: dagli studi più recenti pare che negli anziani bilingue il declino fisiologico delle funzioni cognitive proceda più lentamente.
VOGLIO UN BIMBO BILINGUE
Per stimolare il bilinguismo nel bambino, il primo passo è
esporlo alle due lingue – che entreranno comunque in un probabile rapporto gerarchico e complementare – in maniera precoce e consistente, offrendogli
frequenti opportunità di ascoltare e usare entrambe. Inoltre, bisognerà lavorare sulla motivazione, perché si senta invogliato a parlare nella seconda lingua. Quando il bilinguismo viene attivato
dentro casa, gli esperti suggeriscono il metodo
‘un genitore, una lingua’, per cui ciascuno parla con il figlio solo la sua lingua

madre. In questi casi, è utile che il bilinguismo venga mantenuto anche
fuori casa, cercando di ‘immergere’ il piccolo nella seconda lingua il più spesso possibile: niente forzature ma incentivi frequenti all’uso (tramite
incontri con bambini che parlano lo stesso idioma,
viaggi all’estero, frequenza di
scuole dell’infanzia bilingue). Utili anche
video e audio in lingua, sebbene si tratti di esposizioni passive.
POSSIBILI PROBLEMI
Nel breve termine, i bambini bilingue possono manifestare più difficoltà nell’impiegare con dimestichezza le proprie competenze linguistiche. Ma niente paura:
il ritardo si colma nell’arco di pochi anni, prima dell’ingresso alla scuola primaria. In seguito non si avranno altro che vantaggi.
Di Sara Lanfranchini | Tratto da Nascere Mamma