Sport e bambini: i benefici di un'infanzia attiva

Sport e bambini: i benefici di un'infanzia attiva

I benefici di fare sport da bambini

Fare sport, sì sa, fa bene sempre: con le dovute distinzioni, infatti, non c’è età in cui non lo si possa praticare. Compresi i primi anni dell’infanzia, quando, più che di vero e proprio sport, si dovrebbe parlare di attività ludico-motorie o giochi di movimento, volti a promuovere nel bambino un adeguato sviluppo muscolo scheletrico e, parallelamente, a coinvolgerlo e farlo divertire: è infatti essenziale che l’attività sportiva venga scelta e strutturata in quest’ottica, cioè come un momento ludico a cui il bambino partecipa perché gli procura piacere. Questo per più motivi: perché un’esperienza positiva gli permetterà di crescere in modo equilibrato; perché lo invoglierà a proseguire nella pratica di quella e altre discipline; perché, laddove prevalgono il senso di libertà e il gioco, è molto meno probabile che facciano capolino premature e deleterie ansie da competizione. È infatti solo l’atleta (adolescente e adulto) che si allena per il risultato; il bambino, al contrario, fa movimento e sport solo per puro diletto.

Quando iniziare e quali sport per i bambini?

Il consiglio unanime degli esperti è di accompagnare e supportare (ma mai forzare) il movimento del bambino fin dai primi mesi di vita, e di incoraggiarlo successivamente a sperimentare i primi giochi motori, perché il piccolo acquisisca in maniera naturale uno stile di vita attivo. Oltre ai giochi di movimento casalinghi (ma anche in giardino e al parco giochi, che con la bella stagione è un luogo da frequentare spesso, per finalità di svago e socializzazione), sono benvenute tutte quelle attività che potremmo definire pre-sportive, ovvero di avvicinamento ludico e non-strutturato allo sport. In linea generale, esse puntano a favorire il movimento e la propriocezione, ossia la capacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio, e vengono svolte dai bambini sempre insieme ai genitori.

Gli sport dai tre mesi ai tre anni

Un’ottima opzione, adottata con entusiasmo da molte famiglie, è costituita dai corsi di acquaticità: genitori e bambini dai tre mesi ai tre anni si immergono insieme se guendo le indicazioni dell’istruttore, per un approccio dolce all’acqua, elemento per definizione naturale per i neonati, che rivivono piacevolmente l’esperienza di sguazzare nel pancione della mamma. I corsi di acquaticità, i cui obiettivi sono il rilassamento e lo sviluppo motorio armonico, proseguono anche oltre i tre anni, ma da questo momento i bambini entrano in vasca da soli con l’istruttore. Stessa fascia d’età zero-tre per i corsi di psicomotricità, attività che persegue obiettivi inerenti allo sviluppo di coordinazione e senso dell’equilibrio: gli esercizi si eseguono in coppia, bambino- genitore, sotto la guida dello psicomotricista, in una sala arredata con materassi colorati, un grande specchio a parete, perché il bambino si osservi mentre si muove, e numerosi attrezzi (tutti a norma e sicuri per i più piccoli), come sfere di gomma, solidi da impilare, piani obliqui per percorsi ginnici improntati a specifici programmi di sviluppo motorio. I corsi di psicomotricità sono anche un’occasione d’incontro e confronto per mamme e papà, specialmente nei primi, e più complicati, mesi dopo la nascita del figlio. Altre soluzioni valide, ma dai duetre anni, sono la baby gym e la pre-danza: da un lato, incontri in cui il bambino, attraverso giochi ed esercizi, sviluppa competenze motorie come correre, saltare, fare le capriole, lanciare un oggetto e prenderlo al volo; dall’altro, laboratori di espressione corporea, che prevedono la musica, per iniziare a distinguere suoni e ritmi, e l’esecuzione di movimenti (guidati e liberi) che promuovono la percezione di sé nello spazio.

I bambini e lo sport: i vantaggi

Come abbiamo visto, fare attività fisica e sport consente ai bambini di giocare, muoversi, correre, liberare energie e, contemporaneamente, di migliorare lo sviluppo degli apparati osseo, muscolare e circolatorio, di prevenire molte malattie, regolare il metabolismo e ridurre il rischio di sovrappeso e obesità. Lo sport, inoltre, favorisce l’acquisizione di un vasto bagaglio di competenze psicomotorie: coordinazione, equilibrio, orientamento e capacità condizionali (ovvero quelle che necessitano di essere allenate), come forza, resistenza e velocità. Dal punto di vista psichico, poi, l’attività fisica riduce lo stress, l’ansia e la sensazione di solitudine, agevola la socializzazione e, non appena il bambino è un po’ più grande, insegna alcuni valori fondamentali, come il rispetto, la solidarietà, la lealtà, la fiducia, la perseveranza e la capacità di affrontare i problemi. Alcuni studi hanno infine dimostrato che svolgere regolare attività fisica migliora l’apprendimento futuro (ad esempio della matematica) e, a suo tempo, persino il rendimento scolastico Tratto da Nascere Mamma | di Mattia Lerner