Posso curarmi in gravidanza?

Posso curarmi in gravidanza?
Prima di introdurre il discorso è bene fare una premessa: i farmaci sono responsabili solo del 2-3% di tutte le malformazioni congenite, per la maggior parte legate a fattori genetici, ambientali o sconosciuti. Allo stesso tempo, però, è realistico affermare che alcune medicine potrebbero avere conseguenze sul feto, in base al dosaggio e al periodo di assunzione. Non a caso, il foglio illustrativo di quasi tutti i farmaci in commercio segnala cautela nell’uso durante la gravidanza. PRIMA DEL CONCEPIMENTO Fin dal momento in cui si decide di cercare un bimbo, sarebbe opportuno consultare un medico, soprattutto se si ha la necessità di sottoporsi a una terapia prolungata. La maggior parte dei farmaci viene eliminata nell’arco di 48-72 ore, ma ci sono anche medicine che rimangono in circolo più a lungo, per esempio i retinoidi per la cura dell’acne. Certamente esistono casi in cui una mamma non può sospendere i farmaci: pensiamo a donne ipertese, diabetiche, affette da malattie metaboliche o da epilessia. L’esperto potrebbe però sostituire la terapia con molecole più adatte e più sicure per la salute di mamma e bambino. Salvo questi casi eccezionali, sarebbe meglio sospendere l’assunzione di farmaci alcuni mesi prima dei tentativi di concepimento. E DURANTE LA GRAVIDANZA? Il periodo più delicato è quello dei primi tre mesi, in cui si formano gli organi principali. In particolare, i medicinali assunti entro il ventesimo giorno dal concepimento potrebbero produrre l’effetto del ‘o tutto o nulla’ (cioè aborto o nessuna influenza); tra la terza e l’ottava settimana, effetti teratogeni sul feto (gravi malformazioni fisiche: ne sono causa gli antineoplastici contro i tumori e gli ormoni corticosurrenalici); dopo l’ottava settimana, alterazioni degli organi o dei tessuti fetali (ad esempio, alcuni antibiotici influiscono sulla crescita dei dentini). Qualora una donna avesse assunto antibiotici dopo il concepimento ma prima della conferma della gravidanza, è consigliabile rivolgersi al ginecologo o a centri ospedalieri specializzati in modo che possano valutare la tipologia di antibiotico ed eventualmente intervenire. In generale, sarebbe meglio evitare l’uso dei farmaci durante la gravidanza e, in ogni caso, non assumerne mai senza aver prima consultato il medico, visto che per nessun farmaco si può escludere totalmente un potenziale effetto sull’embrione, inclusi quelli più comuni (analgesici, lassativi, antinfluenzali, antiacidi e psicofarmaci). Quel che è certo è che una mamma non può non curarsi: l’importante è farsi consigliare da un esperto. Di Lucia Modici | Tratto dalla rivista Nascere Mamma