Broccoli: io non vi temo!

Bimbo che mangia i broccoli

«No, i broccoli no!».

Un’avversione che ha basi chimiche, legate al microbioma orale dei genitori. Se far mangiare i broccoli a tuo figlio è impossibile, la responsabilità potrebbe essere della genetica. Un gruppo di ricercatori ha scoperto che l’origine del disgusto per le crocifere – la famiglia di verdure a foglia verde a cui appartengono anche cavoli, cavolfiori, cavoletti di Bruxelles, verze, rucola e ravanelli – risiede nei batteri della bocca che, combinati con gli enzimi delle verdure, producono un odore sgradevole e sulfureo.

Il microbioma è trasmissibile ai figli e la flora salivare si eredita geneticamente. Una mamma, però, non si ferma neppure davanti al patrimonio biologico e ricorre a qualsiasi mezzo per rendere appetibile un alimento sano come il broccolo. Un consiglio è evitarne la bollitura quando il bambino è in casa, un altro è offrirglielo il giorno successivo, in modo che il piccolo non riconduca quell’odore forte alla verdura e la rifiuti.

Il broccolo si può proporre dal nono mese, quando l’apparato digerente del neonato è più efficiente; questa verdura, infatti, potrebbe risultare non facile da digerire e causare nel pancino flatulenza e gas, col rischio di eventuali coliche.

È ideale durante l’autosvezzamento, grazie alla forma facilmente afferrabile e alla consistenza morbida.

Si presta a tante ricette, nel purè con le patate, lesso con olio e limone o salsa allo yogurt, gratinato con pangrattato e parmigiano al forno, nelle crocchette o polpette di ricotta; diventa una vellutata, un biscotto salato, una quiche con formaggio, una minestra o una padellata da accostare al pesce o al riso...

I bambini seguono in primis l’esempio comportamentale; l’educazione alimentare impartita dai genitori è fondamentale per consolidare le abitudini a tavola e, perché no, anche il fatto di aver mangiato molti broccoli in gravidanza.

Contano le priorità stabilite, il tempo trascorso ai fornelli, l’abilità culinaria. Meglio l’incoraggiamento all’assaggio che la forzatura; la selezione alimentare da parte del bambino va accolta con gentilezza e santa pazienza; frasi come «mangia i broccoli che ti fanno bene» o «se non mangi i broccoli niente dolce!» non aiutano all’approccio, che va introdotto piuttosto da una storiella divertente, che ci faccia apparire agli occhi dei nostri figli come chef stellati e renda loro, i piccoli, giudici meno esigenti.

Tratto da Nascere Mamma | di Gloria Cardano