Adempimenti burocratici: cosa bisogna fare quando nasce un bimbo?

Adempimenti burocratici: cosa bisogna fare quando nasce un bimbo?

Tutte le "carte" in regola

La nascita di un bambino è un evento così felice che, spesso, fa passare in secondo piano gli adempimenti burocratici. Eppure, ve ne sono alcuni che è meglio non dimenticare. La prima cosa da fare quando nasce un bambino è la denuncia di nascita, di cui è necessario occuparsi entro 3 giorni dal parto se ci si trova in ospedale, o comunque entro 10 giorni in tutto, rivolgendosi al Comune di residenza dei genitori (di regola, si fa riferimento al Comune di residenza della neomamma). Al momento della denuncia devono essere presentati l’attestazione di nascita rilasciata dalla direzione sanitaria dell’ospedale dove è avvenuto il parto e un documento d’identità in corso di validità della persona che sta effettuando la denuncia. Successivamente alla denuncia, sarà il Comune a provvedere a iscrivere il neonato all’Anagrafe: il codice fiscale, che oggi coincide con la tessera sanitaria, verrà inviato direttamente a casa alcune settimane più tardi.

La carta d’identità

La carta d’identità, invece, può essere richiesta in qualunque momento al Comune di residenza portando 3 fototessere del bambino e i documenti d’identità dei genitori. Una precisazione: per ottenere il documento non valido per l’espatrio è sufficiente la presenza di uno solo dei genitori munito di carta d’identità. Per il documento valido per l’espatrio occorre invece la presenza congiunta di mamma e papà oppure di un solo genitore munito di dichiarazione di consenso e fotocopia del documento d’identità dell’altro. Per i neonati, la carta d’identità ha durata triennale, mentre la validità è quinquennale dai 3 ai 18 anni. Essendo diventata la carta d’identità completamente digitale, bisogna aspettare circa 2 settimane prima di poterla ricevere. Quindi, è bene calcolare i tempi qualora se ne avesse bisogno per uscire dai confini nazionali.

Il passaporto

Il passaporto va richiesto alla Questura e ha la stessa durata della carta d’identità, cioè validità triennale fino al compimento dei 3 anni d’età e quinquennale dai 3 ai 18 anni. È necessario presentare 2 fototessere, un contrassegno telematico di concessioni governative da 73,5 euro e un versamento postale di 42,50 euro per il costo del libretto. Così come per la carta d’identità, se uno dei genitori non può essere presente alla consegna della documentazione, il passaporto rilasciato sarà valido per l’espatrio solo se, a completamento della richiesta, vengono presentati anche una dichiarazione di assenso all’espatrio sottoscritta dal genitore assente e una copia del suo documento d’identità. Si precisa che, da giugno 2012, l’iscrizione del minore sul passaporto del genitore non è più valida. Oggi, infatti, il minore può viaggiare all’estero solo con un documento di viaggio individuale. Per i minori di 12 anni, e quindi anche per i neonati, la procedura prevede che non vengano acquisite le impronte e che non vi sia la firma digitalizzata. Sulle prime pagine vengono invece riportati i nomi e le date di nascita di entrambi i genitori, con indicazione in italiano, inglese e francese.

All'estero con i minori

Attenzione: i minori di 14 anni possono recarsi all’estero con la carta d’identità o il passaporto solo se accompagnati da uno dei genitori o da chi ne fa le veci, a meno che non siano affidati a una persona, a un ente o a una compagnia di trasporto e questo sia certificato da una dichiarazione rilasciata dalla Questura o dalle Autorità consolari. Ecco perché, sui documenti, è riportato il nome dei genitori o di chi ne fa le veci.

Curiosità

Non tutti sanno che, se si è genitori di figli minorenni, per richiedere (o rinnovare) il proprio passaporto è necessario l’assenso dell’altro genitore, non importa se si è coniugati, conviventi, separati, divorziati o genitori naturali. Occorre quindi allegare alla documentazione anche la fotocopia della carta d’identità dell’altro genitore (firmata) e il foglio di assenso all’espatrio, da firmare direttamente in loco o da consegnare firmato in copia originale. Il motivo è ovviamente la tutela del minore.

Cos’è il codice fiscale

Il codice fiscale è un codice alfanumerico di 16 caratteri, dove i primi 15 sono identificativi della persona, mentre il sedicesimo ha la sola funzione di carattere di controllo. L’attribuzione del codice fiscale è effettuata direttamente dagli uffici locali dell’Agenzia delle Entrate o, indirettamente, dal Comune di residenza. Tratto da Nascere Mamma | di Carlotta Cordieri