Mary Poppins arriva dal web

Mary Poppins arriva dal web
Terminata la maternità, è ora di rientrare al lavoro. Il dilemma che attanaglia la maggior parte delle mamme (e dei papà) è: a chi possiamo affidare il nostro bambino? Oggi come una volta, la babysitter è la soluzione scelta da molte famiglie. Ciò che negli ultimi anni è cambiato è invece la modalità di ricerca e selezione. Sebbene il passaparola resti il canale preferito di contatto, crescono i siti online che mettono in collegamento aspiranti tate e genitori. Insomma, se i dati parlano in generale di un aumento nell’uso dei servizi online – un trend a cui gli italiani si sono ormai allineati – anche il settore del childcare pare non essere estraneo a questa tendenza. Un fenomeno che stupisce, date le reticenze che un genitore potrebbe provare nello scegliere la propria Mary Poppins sul web. Eppure, i dati parlano chiaro e in positivo, come ci riferisce Jules Van Bruggen, fondatore di Sitly, una delle principali piattaforme specializzate nel mettere in contatto babysitter e famiglie: «Siamo sbarcati in Italia nel 2013. Già nel settembre 2015 avevamo rilevato un incremento del 300% delle registrazioni rispetto allo stesso periodo del 2014. Oggi, il numero di iscritti è ulteriormente raddoppiato, confermando l’interesse al servizio da parte sia dei genitori che delle tate». Questo e altri siti (toptata, Yoopies, Le Cicogne, per esempio) non vogliono presentarsi come concorrenti delle agenzie di collocamento: se una volta la babysitter si proponeva alle famiglie appendendo il bigliettino ‘offresi’ dal panettiere, oggi la candidatura passa dal web. Dunque, l’online diventa uno strumento di ricerca rapido e intuitivo: per le babysitter, si traduce nella possibilità di raggiungere un numero ampiamente superiore di eventuali datori di lavoro; per i genitori, nell’opportunità di avviare una prima selezione comodamente, rapidamente, spesso a costo zero. E con pochi click. Le piattaforme sono normalmente studiate per comprendere l’applicazione di filtri: orari, lingue parlate, corsi specifichi frequentati (come quello di primo soccorso), disponibilità a eseguire lavori domestici o a offrire aiuto per i compiti, patente di guida per organizzare gli spostamenti dei bambini. Una variabile particolarmente apprezzata è poi la geolocalizzazione, per individuare candidate che abitino vicino alla zona di residenza della famiglia, in modo che possano intervenire rapidamente anche in caso di emergenze. Dopodiché, il consiglio è sempre di organizzare un incontro di persona con più candidati, concordare un periodo di prova con la persona prescelta e poi, in caso di soddisfazione da entrambe le parti, confermare la collaborazione. BABYSITTER SHARING Un altro fenomeno riscontrato in questo genere di esperienze online è la crescente volontà di condividere la babysitter. Bike sharing, car sharing, persino social bus sharing. E, ancora, condivisione di prodotti e abbonamenti ai servizi proposti dalle aziende. In tutto il mondo, la parola d’ordine è sharing. E anche in Italia i genitori si dimostrano interessati alla condivisione della babysitter: su un campione di 400 genitori, il 60% si è dichiarato disposto ad approfittare di questa opportunità. In molti per il risparmio economico, altri poiché la ritengono un’esperienza positiva per i propri bambini, che in questo modo possono trascorrere del tempo con altri bimbi, coetanei e non. C’è bisogno solo di un po’ di coordinamento tra le famiglie e di una brava tata che gestisca la situazione. di Carlotta Cordieri da Nascere Mamma