Frutta secca regina delle feste

Frutta secca regina delle feste
Non c’è pranzo o cenone delle feste che possa dirsi degnamente concluso, se non quando in tavola arriva il cesto della frutta secca, una meraviglia per gli occhi a cui è impossibile resistere. Basta infatti questo, ed è subito Natale. Ma anche in tutti gli altri giorni dell’anno, la frutta secca – sia a guscio (noci, nocciole, mandorle, arachidi…) sia disidratata (meglio se naturalmente: fichi, datteri, prugne, albicocche, banane, cocco, uva, mango…) – è un alimento ottimo e un alleato del benessere, oltretutto consigliato, in piccole dosi e a dispetto dell’elevato apporto calorico, anche per favorire il mantenimento del peso forma (future e neomamme ne facciano scorta). Consumarne ogni giorno una piccola quantità assicuraall’organismo il giusto apporto di proteine vegetali (fino al 20%), fibre, vitamine e acidi grassi Omega 3 (utili per lo sviluppo neurale del cervello e la protezione del cuore – soprattutto gli Omega 3 delle noci – e per prevenire malattie vascolari, invecchiamento dei tessuti e aterosclerosi – gli Omega 3 delle nocciole). Tra gli altri benefici ricordiamo la funzione sul sistema immunitario e la prevenzione di anemia, radicali liberi e costipazione. Nello specifico, i pistacchi sono antiossidanti efficacissimi grazie alla vitamina E; le mandorle (4 o 5 al giorno) sono un valido spuntino, poiché aiutano a ridurre il colesterolo cattivo (Ldl), a spezzare la fame e a tenere sotto controllo il peso; anche i datteri calmano l’appetito e la voglia di dolce; l’uvetta e le prugne sono diuretiche e lassative; i pinoli sono ricchi di ferro; il fico di calcio e vitamina B; le albicocche e le banane di potassio e magnesio (che aiuta la concentrazione). Date tutte queste prerogative virtuose, è facile intuire che i bambini, oltre a esserne ghiotti, è bene che mangino la frutta secca spesso, anche quotidianamente. Il suo alto potere nutriente ed energetico dà loro il giusto slancio, sostenendoli nei loro giochi scatenati. PRECAUZIONI ■ La frutta secca può essere inserita nella dieta dopo l’anno di vita, quella a guscio solo se macinata finemente. I frutti interi (o a pezzi grossolani) potrebbero infatti essere inalati inavvertitamente e provocare il soffocamento: per offrirli ai bambini è meglio aspettare i 3 o 4 anni, quando ormai sono in grado di masticare e deglutire correttamente. ■ Se in famiglia si sono registrati casi di allergie, è bene posticipare al quarto anno di vita l’introduzione della frutta secca, nocciole e arachidi in primis.