Coccole che aiutano a crescere

Coccole che aiutano a crescere

Per il neonato, la coccola – l’abbraccio, la carezza, la parola dolce sussurrata, la ninnananna tra le braccia della mamma – dovrebbe essere la prima forma di contatto con il mondo : il viatico con cui affrontare la delicata fase di passaggio dall’ambiente uterino, ovattato, raccolto e sicuro, alla realtà esterna. È per questo che, immediatamente dopo il parto, si consiglia sempre di appoggiare il neonato sul corpo della madre : non solo per soddisfare un naturalissimo desiderio materno, ma anche perché il piccolo, come prima cosa, percepisca il calore, il respiro, il battito del cuore, l’odore, la voce della sua mamma. Ma anche in seguito – e poi, in forme diverse, per tutta la vita – il bambino sente la necessità di instaurare rapporti fondati su intimità, corporeità ed emozioni . Ovvero gli elementi attraverso cui, da un lato, tra mamma e bebè si crea un genere di attaccamento speciale e profondissimo – oltreoceano è definito bonding – e, dall’altro, si infondono nel bimbo sicurezza e protezione, rendendolo meno gracile o vulnerabile e agevolando il suo processo di maturazione.

PIÙ COCCOLE = MENO STRESS

Lo dice una ricerca pubblicata nel 2009 dall’Eunice Kennedy Shriver National Institute of Child Health and Human Development (Nichd). Lo studio, condotto su mille bambini sottoposti a osservazione dall’infanzia all’adolescenza, ha dimostrato che la mancanza di coccole e attenzioni da parte dei genitori può essere responsabile di un aumento di cortisolo – o ormone dello stress – nei figli. In genere, i livelli di cortisolo sono abbastanza elevati al risveglio, per poi calare naturalmente durante la giornata. Nei bambini meno coccolati, invece, accade l’opposto: bassi tassi di cortisolo di primo mattino e incremento nelle ore serali, secondo un processo invertito che potrebbe essere alla base dello stress vissuto dai bambini anche negli anni a venire, da adolescenti in particolare. Ecco allora che, secondo i ricercatori, le attenzioni e le coccole ricevute nei primi tre anni di vita sarebbero fattori chiave per uno sviluppo sano e sereno.

C’È UN TEMPO PER LE COCCOLE?

In verità no. Se ne avete voglia, se il piccolo ne ha voglia, se semplicemente sentite che è attraverso il contatto fisico che potete trasmettere a vostro figlio appena nato tutta la forza e la profondità del vostro amore per lui, allora coccolatelo. Il che non significa – per i refrattari alla coccola – ricorrere a chissà quale sequela di smancerie: tutto può essere una coccola , se viene fatto con il giusto apporto di calore e dolcezza. Sono coccole le semplici e indispensabili attenzioni che mamma e papà rivolgono al bambino nell’accudirlo, e che rafforzano il legame reciproco. Sono coccole le fiabe che si leggono la sera, le canzoncine che si sussurrano per farlo addormentare, il bagnetto quotidiano, le passeggiate nel marsupio . Sono coccole le poppate al seno della mamma, attraverso cui il bambino riceve un doppio nutrimento, latte e piacevoli rassicurazioni; ma sono coccole anche le poppate al biberon, se mentre il piccolo succhia lo si avvolge dolcemente tra le braccia e lo si guarda negli occhi sorridendo.

LIBERI DI ABBRACCIARE

I bambini sono affettuosi per natura, profondamente sociali verso le persone che li accudiscono quotidianamente, sempre alla ricerca del contatto : sono entusiasti e ci si lanciano addosso, sono disperati e fanno altrettanto. Possono essere incredibilmente esuberanti e capaci di esprimere un surplus di emotività; ciononostante, non andrebbero mai frenati nelle loro esplosioni affettive, mai scansati o considerati eccessivi. Al contrario, è giusto che il bambino che abbraccia abbracci fortissimo , che le sue carezze siano dieci e insistite (sugli occhi, sui capelli, sul naso…) e non due sfioramenti fugaci; è giusto che il bambino sia libero di manifestare fisicamente gioia, dolore e paura, e quindi richieda il contatto delle persone che costituiscono il suo contesto affettivo. Non temete, non diventerà un ‘mammone’ per questo: sarà piuttosto un bambino più cosciente dell’amore ricevuto, più sicuro .

MASSAGGI: COCCOLE ALL’ENNESIMA POTENZA

I bambini amano farsi massaggiare: il tocco delle mani li rassicura, li consola, comunica amore. In Occidente il massaggio infantile è stato introdotto solo di recente, ma in molti altri paesi e culture del mondo, orientali in special modo, si pratica da secoli. D’altra parte, l’insegnamento proviene dalla natura: la maggior parte dei mammiferi femmina passa il tempo a leccare i cuccioli, cosa che, al pari di un massaggio, non solo stimola il sistema fisiologico ma serve anche a creare un legame profondo tra madre e piccoli. Anche per i cuccioli d’uomo i benefici sono notevoli: il massaggio aiuta a regolare la respirazione e il ritmo sonno-veglia, migliora la circolazione , rafforza il sistema immunitario, rilassa i muscoli , stimola la produzione di endorfine, contrasta le coliche. A livello psicologico, inoltre, favorisce la comunicazione non verbale , crea una speciale intimità tra genitore e figlio, calma e rilassa i bambini più agitati, fa aumentare autostima e sicurezza , argina lo stress e aiuta ad affrontare i momenti di distacco (ingresso al nido, rientro al lavoro della mamma…). L’ideale è fissare un orario per il massaggio, perché questa coccola speciale diventi una sorta di piccolo rito quotidiano.

Di Sara Lanfranchini . Tratto dalla rivista Nascere Mamma | Ed. Inverno