Cari, insostituibili nonni

Cari, insostituibili nonni
In Italia, i nonni hanno un ruolo sempre più attivo: nel momento in cui bisogna capire come organizzare la cura dei figli piccoli, la maggioranza dei genitori sceglie di rivolgersi ai nonni. Secondo un’indagine della Società Italiana Medici Pediatri, oltre il 70% dei bambini italiani fino a 10 anni è affidato abitualmente ai nonni, mentre solo il 5% a babysitter e tate. Per l’Istat, inoltre, il numero di ore di aiuto fornite gratuitamente per l’assistenza ai bambini è stato di un miliardo e 322 milioni in un anno, in buona parte prestate dai nonni. Un bel risparmio. Sono quindi i nonni i ‘salvagenti familiari’ del Bel Paese? In effetti, il loro ruolo è sempre più attivo, anche da un punto di vista economico (il rapporto Assimoco-Ermeneia sottolinea come nel 2016 le famiglie italiane abbiano trasferito ai giovani 38,5 miliardi di euro, 30 miliardi da parte dei genitori e 8,5 miliardi dei nonni). Non è difficile credere che questa sia la tendenza. Da una parte, le aspettative di vita si allungano (83 anni per gli uomini, 87 per le donne); dall’altra, la crisi innesca meccanismi di ‘welfare fai da te’, che prevedono anche l’accudimento dei bambini. Così un terzo dei nonni italiani fa da babysitter ai nipotini: una percentuale elevatissima (in Svezia fa lo stesso solo il 3% dei nonni e la percentuale si dimezza in Danimarca), legata alla carenza di asili nido e scuole per l’infanzia pubblici e ai costi delle babysitter. Federconsumatori ha stimato che nel 2017 il risparmio per le famiglie che possono contare sui nonni ha oscillato dai 6725 euro – per genitori di bimbi di 0/3 anni – agli 8600 euro per le famiglie con figli di 3/6 anni, considerando la retta della materna più la babysitter per il post scuola. Ma, a parte gli schietti calcoli, nonni e nipoti sono una squadra vincente, che costruisce ogni giorno un legame insostituibile. Si gioca, si studia, si cucina insieme. Si crea un rapporto più libero o rilassante rispetto al legame stabilito coi genitori, fuori dai ritmi lavorativi e dagli stress quotidiani. I nonni hanno tempo per ascoltare ed è questo che incoraggia lo sviluppo della personalità di un bambino. D’altra parte, occuparsi dei bambini mantiene in salute, a livello sia fisico che psicologico. Chi passa del tempo coi nipoti è disposto a cambiare le proprie abitudini secondo i consigli dei pediatri e degli insegnanti (sebbene, vista l’età e le eventuali difficoltà fisiche, è giusto rispettare le esigenze dei nonni senza metterle in secondo piano), il che si trasforma in uno stimolo. Secondo una ricerca pubblicata nel 2016 dalla rivista Evolution and Human Behavior, i nonni che si prendono cura dei nipoti vivono di media 5 anni in più dei coetanei. Tra nonni e nipoti, inoltre, lo scambio è continuo: mentre i nipoti ‘costringono’ i nonni a restare ben ancorati al mondo contemporaneo, invece che vivere di ricordi, questi ultimi offrono ai piccoli pillole di saggezza vissute. La tendenza dei nonni babysitter è così evidente che qualche società scientifica e anche qualche istituzione comincia a muoversi pensando alla necessità di aggiornarli, o in qualche caso istruirli, sulle moderne norme di sicurezza, sulle novità in tema di alimentazione, di puericultura, di pedagogia, con anche qualche infarinatura di aspetti socio-educativi. Già esistono diversi manuali e molti siti internet sul tema. La domanda è: vogliamo davvero dei nonni ‘professionisti dell’infanzia’? NONNI, BABYSITTER O ASILI NIDO? Nonni. Nel momento in cui mamma e papà hanno difficoltà a trovare una stabilità economica, i nonni sono l’ancora di salvezza. Ai nonni è consentito anche ciò che ai genitori non è permesso, come concedere qualche vizio e attenzione in più: i bambini lo sentono e beneficiano di queste coccole extra, senza che sul piano educativo complessivo ne risentano, perché i ruoli sono diversi e anche i più piccoli sanno che quello che possono fare con i nonni non sempre è permesso con mamma e papà. I genitori, poi, si fidano dei propri genitori. Bisogna però anche valutare l’effettiva capacità dei nonni di accudire quei nipotini che richiedono davvero tanta energia. E, ancora, è necessario analizzare il tipo di rapporto che esiste tra le due famiglie: se vi sono conflitti non risolti e mancanza di fiducia, è bene evitare questa soluzione, perché si finirebbe per litigare e acuire le incomprensioni, mettendo in discussione i ruoli familiari. Babysitter. Figura rassicurante che accompagna il bambino durante la crescita, con estrema flessibilità – pensiamo a quando il bimbo si ammala – ed entusiasmo. Il rapporto esclusivo col piccolo è importante soprattutto nei primi mesi di vita, ma resta una scelta economicamente impegnativa. Nido. A volte è l’unica soluzione possibile per le famiglie, ma in Italia mancano i posti negli asili nido pubblici e dunque i costi tornano a essere un problema. Per il bambino, il nido significa stimoli e socializzazione, in particolare dai 18 mesi in poi. Attenzione comunque al rischio di malattie: nel caso bisogna prevedere il supporto di una tata o, nuovamente, dei nonni. Di Carlotta Cordieri | Tratto da Nascere Mamma