Allattare in pubblico, senza vergogna!

Allattare in pubblico, senza vergogna!

Una mamma che allatta il proprio bambino: che immagine dolcissima!

Quale gesto d’amore più grande? Eppure, una delle pratiche più ancestrali che unisce la madre al proprio figlio nella società moderna non è sempre ben vista: persino in paesi progressisti come la Danimarca resistono leggi che impediscono l’allattamento nei ristoranti. E in Italia non è tutto rose e fiori: si pensi che in Parlamento deputate e senatrici non possono allattare (a differenza delle colleghe di Strasburgo), e comunque è innegabile che l’allattamento in pubblico desti ancora in molte persone imbarazzo.

Le normative

Ma la questione dovrebbe andare oltre l’aspetto morale che alcuni adulti potrebbero sollevare: la componente più importante del tema è infatti la tutela della salute dei bambini. L’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) da tempo si esprime a favore dell’allattamento esclusivo al seno, almeno per i primi sei mesi di vita del bambino, essendo provato che i bambini allattati al seno si ammalano meno. Anche la Convenzione internazionale sui Diritti dell’Infanzia e la Dichiarazione degli Innocenti parlano dei vantaggi dell’allattamento al seno. Esiste poi la campagna globale Ospedali Amici dei bambini (cui ha aderito anche l’Italia), rivolta a creare negli ospedali le condizioni ottimali al successo dell’allattamento al seno:
  • direttive per sostenere le mamme nell’allattamento,
  • l’impegno a non somministrare ai bebè (salvo necessità) alimenti diversi dal latte materno,
  • il co-rooming di mamma e neonato durante la permanenza in ospedale;
  • l’incoraggiamento all’allattamento a richiesta, la creazione di gruppi di sostegno all’allattamento materno.
Per non parlare dei diritti sul lavoro: la normativa sul tema prevede congedi per l’allattamento spettanti alla madre lavoratrice dipendente durante tutto il primo anno di vita del bambino (due riposi retribuiti giornalieri di un’ora ciascuno), a dimostrazione dell’importanza della pratica.

Eppure…

Le statistiche dimostrano che, già dopo i tre mesi di vita del neonato, il numero di mamme che allattano si riduce a quasi la metà e si abbassa fortemente (al 6,5%) dopo i sei mesi dal parto. Un po’ per la gestione del tempo (difficile prevedere l’effettivo orario di ciascuna poppata), un po’ per esigenze di lavoro, un po’ per la mancanza di luoghi pubblici idonei all’allattamento, molte mamme passano precocemente al biberon.

Consigli per allattare in pubblico

Fermo restando che l’allattamento in pubblico resta un diritto, ci sono alcuni accorgimenti che potrebbero essere di supporto a una mamma intimidita da eventuali commenti e sguardi indiscreti: - LUOGO: cercare un angolo il più possibile riparato, in modo da garantire al neonato la massima tranquillità durante la poppata. - AREE DEDICATE: se ci si trova in strutture infantili (ospedali, consultori, nidi) o in esercizi commerciali come i supermercati, verificare l’esistenza di ambienti deputati all’allattamento. - ABBIGLIAMENTO: è consigliabile vestirsi a strati con una canotta e, sopra, una maglia più larga da sollevare a necessità. - ABBIGLIAMENTO INTIMO: i reggiseni da allattamento possono essere un ulteriore supporto per allattare senza dover necessariamente esporre il seno.